La morte è, da sempre, l'inesorabile e certa conclusione della vita. Così è sempre stato, così è e, molto probabilmente, così sempre sarà. Perchè non riusciamo a rassegnarci? Perchè ci auto-imprigioniamo nel nostro piccolo acquario di gesti scaramantici e di distrazioni volontarie per non vedere chi soffre e chi si sta spegnendo? E' poi già durissima quando coglie alla sprovvista, ma quando si insinua, granello dopo granello, fino ad annientare fisicamente e/o mentalmente una persona, sembrano quasi necessarie le barriere, le distanze e il distacco emotivo.L'ho trovato molto ben scritto e ben strutturato. Non ci sono fronzoli inutili, i pensieri della protagonista sono molto coerenti con le sue azioni e con la sua patologia.
"Favola" agrodolce molto attuale.
Cittadina degli USA - 2000
Mona ha 19 anni ed è affetta da disturbo ossessivo compulsivo. Da piccola era una bambina molto intelligente, comunicativa ed estroversa, ma, da quando suo padre ha iniziato a sentirsi malato di una qualche sorta di malattia (depressione, ipocondria, attacchi di panico, ecc...?), ha congelato la sua intera vita e si è rifugiata nel suo mondo anaffettivo, fatto di numeri e di gesti compulsivi, cancellando ogni sua ambizione e autolimitandosi ad una non-vita. Viene assunta come insegnante di matematica e, attraverso il contatto con i bambini (tra cui anche una certa Lisa che, con la mamma malata terminale nel reparto oncologico, è ossessionata dal cancro e dalla paura di rimanere sola) e con l'aiuto del nuovo maestro di scienze (con cui inizia la sua prima vera relazione sentimentale), riesce a scrollarsi di dosso la pesante gabbia che la teneva forse più al sicuro, ma sicuramente bloccata e frustrata, riaprendo un piccolo, ma cruciale, spiraglio verso la vita.
Nessun commento:
Posta un commento