Ma avevamo proprio bisogno del tuo blog? No, ma io avevo proprio bisogno di scriverne uno.

Ma avevamo proprio bisogno del tuo blog?

No, ma io avevo proprio bisogno di scriverne uno.



ATTENZIONE! QUESTI RIASSUNTI SONO COMPLETI DI FINALE!

Ho letto moltissimi libri, alcuni scelti in base ai miei gusti, molti altri consigliati da amici o dal fatto che fossero diventati negli anni/decenni/secoli dei classici 'imperdibili'. Ho avuto molte sorprese, ma anche molte delusioni. Ho trovato moltissimi libri sconosciuti davvero degni di esser letti e moltissimi classici o bestsellers da evitare come la peste.

Non ho nessuna competenza letteraria, scarsissima istruzione e solo molta voglia di leggere, confrontarmi ed eventualmente aiutare altri indecisi come me nella scelta del loro prossimo libro da leggere.

Ho iniziato ad elencare quelli che avevo letto dopo aver preso in prestito dalla biblioteca, per l'ennesima volta, sempre lo stesso libro!

Inoltre ho la bruttissima tendenza a dimenticarmi quasi del tutto la trama e a non rileggere quasi mai (ci sono state pochissime eccezioni) lo stesso libro più di una volta.

Per questi motivi ho deciso di trascrivere i riassunti alla buona che faccio a quella capra del mio ragazzo che, non avendo la passione per la lettura, ha tuttavia la passione per le storie e mi chiede di raccontargli questo o quell'altro libro.

martedì 20 maggio 2014

"Ricordo di due lunedì" A. Miller: 2


Ripetitivo e angosciante per scelta... molto ben riuscita!



1934? New York
Nel reparto spedizioni di una ditta di pezzi di ricambio per automobili, giorno dopo giorno, gli impiegati seguono una routine che sia avvicina di più alla non vita che alla vita stessa. Stesse battute ripetute, stessi discorsi, stessi problemi, stessi cazziatoni sul lavoro dal capo, stesso disordine  e stessi topi. Il tempo però inesorabilmente corre e trascina con sè queste persone che lentamente cambiano e si spengono nella monotonia.
Bert, il ragazzo assunto da poco che vuole un lavoro solo per potersi permettere l'università, è solo il pretesto per mostrare questo spaccato di vita in cui gli impiegati si conoscono fin troppo bene, ma preferiscono mantenere rapporti superficiali tra loro, dove i ritmi sono scanditi da fogliettini con le varie ordinazioni e dove un giorno è quasi identico al precedente e al successivo. Man mano che ci si addentra nell'opera, il ritmo (ripetitivo per scelta dell'autore) diventa sempre più serrato e incalzante, come quando gli ultimi granelli di sabbia sembrano scorrere più rapidi attraverso la strettoia della clessidra. L'opera finisce con l'ultimo giorno di Bert che riesce, tra un gesto automatico e l'altro, a salutare tutti e a scendere da questa giostra, che gira in continuazione su sè stessa ma non si muove di un millimetro, per entrare nella vita vera.

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