La mamma di Massimo muore di cancro quando lui ha nove anni e il padre, stereotipo puramente maschile, non riesce a sopperire la mancanza d'amore nei confronti di suo figlio. Massimo cresce come tanti altri bimbi, ma con molti più complessi e carenze affettive. Gli unici contatti emotivi col padre sono indiretti e mediati dal Toro. Vorrebbe frequentare Lettere o Scienze Politiche, ma il padre lo vuole iscritto ad Economia, perciò optano per una via che li scontenti entrambi e 'sceglie' Giurisprudenza. Conosce l'amore, le sue illusioni e delusioni e inizia la sua gavetta sottopagata nel mondo del giornalismo sportivo per seguire il suo più grande sogno, quello di fare il giornalista.
Si sposa due volte, va a Sarajevo come corrispondente di guerra dove rivive, tramite gli orfani, il suo trauma. Torna in Italia si trasferisce a Roma e inizia la stesura di questo libro autobiografico. Lo fa leggere alla Madrina, la migliore amica di sua madre, la quale gli confessa che in realtà sua mamma si è suicidata per paura della radioterapia e della ripresa del Brutto Male e non è morta per una complicanza delle terapie antitumorali.
Vaga per la città sconvolto, ripiombando nel suo triste mantra del "non mi amava abbastanza per rimanermi accanto". Torna a casa e, aiutato dalle parole di sua moglie, riesce finalmente a perdonare sua mamma e a liberarsi dal terribile e pesantissimo fardello doloroso che lo ha tenuto in scacco finora.
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